Far breton alle prugne

Far breton alle prugne by vitaincasaPrimi sprazzi di autunno… Giornate ancora calde che lasciano spazio a pomeriggi e serate freschi. Per me è un invito a riaccendere il forno, dopo la ragionevole pausa estiva, che ho interrotto solo eccezionalmente, come sapete se avete letto il post sui pomodori ripieni di riso. Ora il forno lo si accende a cuor leggero, con piacere si approfitta del suo tepore. Poi, alla fine, si gusta il risultato. In questo caso, un dolce di cui si assapora non solo la delicata dolcezza, ma anche la particolare morbidezza.

Il far breton si può preparare con le ultimissime prugne fresche, ma è tradizione realizzarlo con quelle secche, ammollate in acqua e rum – o nel tè se tra i commensali ci sono bambini. E’ una specialità che assaggiai proprio in Bretagna – a differenza della zuppa di riso dell’ultima volta che di bretone, probabilmente, ha solo il nome!

A renderlo irresistibile, è a prima vista il colore brunito della superficie, ma il far breton alle prugne spicca soprattutto per la sua particolare consistenza: morbido, tipo crema cotta, eppure affettabile senza alcuna difficoltà. Per comodità lo si mangia con la forchettina da dolce, ma sarebbe anche possibile afferrare direttamente la fetta con le mani!

Ho detto fetta? In realtà il far breton si può preparare sia in una tortiera rotonda che in una teglia rettangolare – come ho fatto io – e allora più che a fette si taglia a quadrotti.

Una raccomandazione: questo dolce gustatelo tiepido, è così che regala il meglio. Il giorno dopo, conservato in frigo, è ancora buono, ma non come appena sfornato. Dunque non conviene prepararlo con molto anticipo. E’ una merenda o un dessert in perfetto equilibrio tra il rustico e il raffinato, come molte specialità tradizionali francesi.

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Ingredienti

  • 670 g di latte
  • 110 g di burro salato + q.b. per imburrare
  • 110 g di zucchero
  • 4 uova
  • 170 g di farina
  • 200 g di prugne secche denocciolate
  • 1 bicchierino di rum
  • zucchero a velo q.b.

Procedimento

  1. Mettere in ammollo le prugne secche in una tazza con dell’acqua aromatizzata con il rum. Sciogliere burro e zucchero nel latte, su fiamma bassa, mescolando; attendere che si raffreddi.
  2. Lavorare con una frusta (se elettrica a bassa velocità) le uova incorporando poco a poco la farina. Quando la pastella sarà omogenea, aggiungere gradualmente i liquidi. Non bisogna mescolare troppo a lungo altrimenti in cottura la crema tenderà a separarsi in due strati, più compatta in basso e più ariosa in alto.
  3. Imburrare generosamente una teglia di porcellana o vetro di 18×28 cm. Disporre sul fondo le prugne sgocciolate. Versarvi sopra il composto. Cuocere in forno preriscaldato a 200°C per 45 minuti. Affondando la lama di un coltello, deve uscire pulita; la superficie deve diventare ben brunita, ma se si scurisse eccessivamente basta coprire la teglia con un foglio di carta forno.
  4. Gustare il far breton di preferenza appena fatto, ancora tiepido o a temperatura ambiente, cosparso di zucchero a velo; se avanza, conservarlo in frigo al massimo 2 giorni.

La ricetta del far breton alle prugne è ispirata da Sale & pepe di settembre 2013.

15 pensieri riguardo “Far breton alle prugne

  1. Sono anni che ho una ricetta del gâteau breton, ma non riesco mai a farla, perché mia mamma dice che è troppo burroso, ma vorrei riuscire a trovare il modo di farlo; ogni anno, in autunno/inverno mi tocca discutere per non sentire i suoi blablabla… e due… tre… e conto per non arrabbiarmi… ma questa volta voglio riuscirci! 😉 buona giornata!

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    1. Eheh, tua mamma ha ragione, è molto burroso il far breton! Ti confesso che esistono anche ricette con una quantità di burro decisamente inferiore della mia, ma il risultato non è lo stesso. Con la mia ricetta, in cottura il burro usato per ungere la teglia si fonde e risale lungo i bordi e fin sopra il dolce, favorendo la formazione della crosticina lucida e brunita che lo rende così invitante!

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  2. Sono alla ricerca di ricette con le prugne! Questa me la ricordo, l’ho assaggiata a Bologna (strano!) perché c’era una bancarella di dolci francesi, se non ricordo male Normandia… Ma com’era buono! Poi mi piace molto il nome 😀

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