Sembra il titolo di un film, invece è realtà: il revenge sleep procrastination è un fenomeno che vale la pena conoscere, per prenderne consapevolezza. Cosa significa? Revenge sta per “vendetta”, sleep per “dormire”, procrastination per “rimandare”. In pratica, suona come “rimandare il momento di andare a dormire per vendetta”. Effettivamente più che di vendicare qualcuno si tratta di rivendicare qualcosa, qualcosa che sentiamo appartenerci di diritto ma che ci viene negato: il tempo libero!
Cos’è
Il revenge sleep procrastination è un fenomeno riguardante le persone che durante il giorno sono sempre impegnate, e arrivate a tarda sera vogliono ritagliarsi una bella fetta di tempo libero; ma possono farlo solo attingendo dall’unica fascia oraria che hanno facoltà di gestire liberamente, cioè quella notturna. E’ evidente però che se si rimanda il momento di andare a letto, per prolungare la serata e potersi dedicare ad attività ricreative, alla fine diminuisce il monte ore a disposizione per dormire (la sveglia il giorno dopo suona sempre alla stessa ora!).
Cosa non è
Il revenge sleep procrastination non è una malattia del sonno, perché non si tratta di una difficoltà ad addormentarsi: alla base c’è una deliberata decisione di rimandare il momento di andare a letto. Dunque non è una patologia, ma attenzione, perché ore di sonno insufficienti possono avere delle patologie come conseguenza.

A rischio lavoratori e mamme
Generalmente il revenge sleep procrastination è considerato un problema da lavoratori: si da la “colpa” agli orari di lavoro troppo lunghi, che per molti fagocitano di fatto l’intera giornata. Non si parla ancora abbastanza di una categoria speciale di persone inclini a rimandare il momento di andare a letto: le mamme! Le mamme, anche all’infuori del lavoro, si sentono costantemente richieste, e nonostante la stanchezza alcune scelgono di restare alzate fino a tardi, pur di avere del tempo per sé. In effetti io ho sentito nominare la prima volta il revenge sleep procrastination da un’ostetrica su IG che metteva in guardia le mamme da quest’abitudine dannosa, e purtroppo in aumento.
Dormire è una necessità
Chiaramente distrarsi, dedicarsi a qualcosa di ricreativo è importante. Riempire le giornate di soli doveri per molti è comprensibilmente frustrante. Ma se durante il giorno non ci sono occasioni per scaricare lo stress e rigenerarsi? Vale la pena “barattare qualche ora di sonno” per “qualche ora libera”?
Ho avuto spesso occasione di constatare quanto l’importanza del sonno venga sottovalutata, mentre dormire è indispensabile come mangiare e bere: stai bene lo stesso se occasionalmente mangi o bevi meno del tuo fabbisogno, ma se succede spesso ti indebolisci, o ti disidrati; prima ne risentono l’umore e l’aspetto, poi anche la salute. Con il sonno è più o meno la stessa cosa, nonostante qualcuno si illuda (o peggio, voglia illudere altri) che non sia così.
Conclusioni
Non succede nulla di grave se occasionalmente, o meglio sporadicamente, si tira tardi per ritagliarsi un’oasi personale. Il revenge sleep procrastination però appare un fenomeno in aumento, tanto da aver allertato gli esperti. Prenderne consapevolezza può aiutarci a curare meglio il nostro benessere.
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Credimi, è vero: ne parlavo ieri con una collega.
Mi diceva che sua figlia 14enne è perennemente stanca perché sta a scuola fino alle 16, poi viene a casa, fa merenda, studia, e poi è già ora di cena. Se andasse a letto presto non avrebbe nemmeno una mezzora da dedicare a se stessa, per cui preferisce andare a letto tardi e dormire poco, pur di avere tempo per cazzeggiare un po’, leggere, ascoltare musica, chattare con le amiche.
Ed a mio avviso fa bene.
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Beh, però a 14 anni anche dormire a lungo ha la sua importanza! Io se tornassi indietro imporrei alla me di quell’età di andare a letto più presto di quanto non facessi. Purtroppo prima di una certa ora non si riusciva a cenare, e poi la sera era difficile ritirarsi presto; ma col senno di poi, ci proverei. Riguardo alla figlia della tua collega, probabilmente il problema sono i troppi compiti? Se sta a scuola fino alle 16.00 gli insegnanti dovrebbero tenerne conto.
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Infatti: troppi impegni scolastici, a sentire la collega.
Io resto dell’idea che i ragazzi abbiano il diritto di vivere da ragazzi, e dunque avere tempo anche per la spensieratezza, non solo scuola, compiti, catechismo, sport, danza…
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In qualche modo anche gli adulti dovrebbero avere meno impegni, almeno lavorativi. Ma è un discorso molto difficile, mi rendo conto. Voglio solo dire che la soluzione non può essere rinunciare a dormire.
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Anch’io andavo a letto tardi, guardavo in TV “Quelli della notte” e poi la mattina mi dovevo svegliare presto. Ma a quel tempo reggevo, ora non ci riuscirei mai.
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Eh già, da giovani si recupera in fretta il sonno perso! L’energia e l’entusiasmo compensano 🙂
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