La storia del carboncino

La storia del carboncino by vitaincasa vvd7Una simpatica storia in cui fa una piccola comparsa la Befana, perciò mi sembra perfetta per questo periodo.

C’era una volta un bambino che aveva combinato qualche birbonata di troppo, e la Befana per regalo gli portò un pezzettino di carbone, incartato con cura, con tanto di nastrino dorato. Il giorno dell’Epifania il bambino, che evidentemente non ricordava le marachelle fatte, si alzò aspettandosi di trovare nella calza un bel regalo e qualche dolcetto. Invece trovò soltanto un pacchettino minuscolo. Si arrabbiò e non volle neppure vedere cosa ci fosse dentro; infuriato, alquanto incautamente lanciò il pacchettino dalla finestra

Il pacchettino cadde sul cappello di un signore che passava per strada: era così piccolo e leggero che il signore neppure se ne accorse. Arrivato a casa, questo signore si tolse il cappello, e il pacchettino cadde a terra. Ancora una volta il signore non se ne accorse. Però il suo gatto lo notò all’istante, con quel nastrino luccicante. Iniziò a giocarci con la zampetta, e poiché i gatti sulle zampette hanno le unghie, bastò una zampatina di troppo e la carta si strappò; il carboncino ruzzolò via, lasciando una scia nera sul pavimento.

La moglie del signore, notando la riga nera sul pavimento, la seguì per vedere dove finisse, così trovò il carboncino. “Che sporcizia! Da dove arriva questo carbone?”. Il marito rispose: “Chissà, l’avrà portato il gatto?”. Tanto bastò per convincere la signora a portare gatto e carbone fuori dalla porta.

E lì successe un fatto sorprendente: il carboncino dimostrò di saper parlare la lingua dei gatti. “Mi dispiace, sei stato buttato fuori casa ingiustamente”, disse il carboncino; “So cosa significa, per me è la seconda volta oggi che vengo buttato fuori”. “Roba da matti!”, commentò il gatto.

Senza un posto dove andare, i due decisero di fare una passeggiata. Il gatto era più veloce, con le sue quattro zampe. In compenso il carboncino non doveva fermarsi per riposare, come ogni tanto faceva il gatto. Allora il carboncino ebbe un’idea: “Facciamo così, mentre tu riposi, io vado avanti. Quando sei riposato, mi cerchi e vediamo quanto impieghi a raggiungermi”. “Ok, ma come potrò raggiungerti se non so dove vai?” osservò il gatto. “Basterà che segui la scia nera che lascio quando mi muovo”, rispose il carboncino. L’idea sembrò divertente al gatto, ed iniziarono questo nuovo gioco.

Così una giornata iniziata storta si concluse con la nascita di un’insolita amicizia.

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