Buongiorno a tutti e buon weekend! Pausa di fresco oggi! Come la sfrutterete? Io probabilmente approfitterò per infornare una bella pizza fatta in casa (ovviamente con la mia ricetta che conoscete: Pizza fatta in casa con planetaria e 6 idee per la farcitura). E ora passo ad introdurre la rassegna di letture consigliate per il weekend di questa settimana. Il primo post segnalato riguarda l’odioso body shaming sulle donne in gravidanza e nel post-partum. Il secondo riguarda il miglior dress code per una donna. Il terzo parla delle mascherine non più obbligatorie, pro e contro.
Body shaming in gravidanza – Ultimamente si parla tanto di body shaming, che è già una cosa triste di per sé. A maggior ragione diventa indecente se il bersaglio sono le donne in gravidanza o le neo-mamme. Non faccio commenti in merito perché potrei sfociare in discorsi e toni che non sono consoni al mio blog. Ma vi lascio il link ad un post scritto molto bene, in modo pacato ma chiaro, nel perfetto stile della blogger Mary, su questo argomento: http://lospaziodimary.it/2022/07/04/bodyshaming-in-gravidanza-chiara-nasti-e-francesca-ferragni/
Il miglior dress code per una donna – La blogger Trutzy augura a tutte le donne del mondo un dress code particolare: toga e tocco, dall’usanza americana di far vestire così i diplomati o i laureati nell’occasione della consegna del diploma o laurea. Ben venga questo augurio, cui mi associo, purché poi l’agognato e sudato “pezzo di carta” non rimanga nel cassetto, simbolo di potenzialità e preparazione sprecate, e sogni infranti. Ecco il link: https://ilblogdellafelicita.wordpress.com/2022/07/04/il-dress-code-che-auguro-a-tutte-le-donne-del-mondo/
A proposito di dress code… Leggi anche: Alfabeto di moda: D di Dress code
La mascherina e la bocca sporca di nutella – Le mascherine non sono più obbligatorie in molti luoghi! Come state reagendo? La blogger Martina racconta un episodio in cui, abituata da lungo tempo alla mascherina e dandola ormai per scontata, si è dimenticata per un attimo di non averla e si è mostrata in pubblico con uno sbaffo di nutella. Com’è andata la breve storia, che lei descrive triste ma in realtà è buffa, lo potete scoprire qui: https://nascostatralerighe.wordpress.com/2022/07/08/breve-storia-triste-18/
Vi aspetto nei commenti per sapere cosa ne pensate sui post segnalati e gli argomenti che trattano!
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Giudicare gli altri sull’aspetto fisico è bruttissimo. Curiamo l’anima e avremo un mondo migliore 😊
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Mi trovi d’accordissimo. Quel che conta è la salute. Fisica e anche emotiva, perché… una persona serena e in pace con sé stessa non andrà a colpire con critiche idiote l’aspetto degli altri.
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Una bruttissima piaga quella del body shaming: ognuno dovrebbe essere felice di vivere bene e serenamente con il corpo che ha ma purtroppo ci sono delle persone che non si rendono conto che i loro insulti possono ferire e far sentire inadeguate le persone a cui vengono rivolti. Ma dov’è andato a finire il rispetto per gli altri?
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Una cosa bruttissima… Poi spesso proprio dalle donne partono le critiche cattive nei confronti delle altre donne. Dovrebbero vergognarsi loro della propria meschinità. Non le persone che vogliono far sentire inadeguate.
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È vero: invece d’esserci solidarietà femminile sembra che denigrare ed offendere sia quasi diventata la normalità, 😔😔. Comportamenti come quelli del body shaming sono sempre e assolutamente da condannare.
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Le uscite di quella influencer citata nel post sono raggelanti…
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Raggelanti è proprio la parola giusta.
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Il discorso della toga di laurea mi fa pensare a quante donne nel mondo non hanno accesso allo studio, per motivi ideologici incomprensibili.
Non oso dire “motivi religiosi”; perché non esiste al mondo religione che nega i diritti alle donne: si tratta solo di maschilista ipocrisia, che prende come “scusa” la religione, per giustificare le condizioni di vita cui sono obbligate le donne in certi paesi.
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Purtroppo l’accesso allo studio non basta. E’ sicuramente il primo passo, ma non basta. Sapessi anche qui in Italia, quante ragazze pur laureandosi sono talmente condizionate dalla mentalità maschilista da non rendersene neppure conto pienamente.
Ad esempio, quante donne qualificate lasciano il lavoro dopo il secondo figlio, perché incastrare tutto è difficile e danno per scontato che l’unica soluzione sia essere loro a ritirarsi! Un padre in situazione analoga non prende mai in considerazione di lasciare il lavoro.
Oppure quante considerano ancora normale che essendo donne, seppur laureate, debbano percepire uno stipendio inferiore rispetto a un operaio, uomo, poco specializzato. Come se per una donna andare al lavoro sia un hobby, un capriccio quasi, mentre per un uomo un dovere e una necessità! Un discorso che potrebbe portare molto lontano, gli esempi da fare potrebbero essere tanti.
C’è ancora tanto da fare anche qui da noi per far sì che l’accesso agli studi, per una donna, non sia solo una presa in giro.
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Hai ragione su tutta la linea.
La discriminazione uomo/donna è evidente in ogni ambito della vita. Talmente palese che – ORRORE – ce ne siamo quasi abituati.
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Speriamo in meglio per l’avvenire! Io nel mio piccolo cerco di fare la mia parte.
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