Il film di cui vi parlo oggi si intitola Anna – dal nome della protagonista. Risale ai primi anni ’50. Presenta una ragazza prima trascinata dagli eventi, poi capace di decidere del suo destino. Inoltre mostra le pettinature, l’abbigliamento e la gestualità in voga a quei tempi. Vediamo nel dettaglio perché mi è piaciuto il film.
Decisioni difficili
Sotto la cattiva influenza di Vittorio, uomo cinico e crudele, Anna si esibisce in un night club dell’epoca (erano diversi da quelli attuali!) in cui lui è il barman. E’ una ragazza avvenente, canta e balla, e piace al pubblico. Una parte famosa del film è il ballo di Anna sulle note di “El negro zumbòn” (video in alto) – allora sarà apparso provocante, oggi sembra garbato e aggraziato! Tuttavia lei non si sente realmente a suo agio nelle (succinte) vesti di ballerina di night. Poi conosce Andrea, serio e desideroso di sposarla. Pur sentendosene indegna a causa dei suoi trascorsi, lei vorrebbe accettare la proposta di matrimonio. Le cose diventano drammatiche perché Vittorio non vuole lasciarla libera.
Cosa farà Anna? Si rassegnerà e rimarrà legata a Vittorio? Oppure riuscirà a staccarsene e sposerà Andrea?
Sorpresa: Anna, svincolandosi da entrambi, cambia completamente direzione. Decide di diventare una suora infermiera. Sembra proprio che abbia trovato la sua vera strada: si rivela un’ infermiera professionale, apprezzata da medici e pazienti.
Arriva tuttavia una fase in cui la sua vocazione, religiosa e professionale, viene messa in discussione, e in cui da spettatori ci domandiamo se non si tratti di una via di fuga da una situazione sentimentale drammatica. Anna stessa viene intaccata dal dubbio. Non solo quando reagisce inflessibilmente e acidamente a qualunque civetteria da parte delle altre infermiere – proprio lei che ha un passato da ballerina di night. Ma soprattutto quando Andrea viene ricoverato nell’ ospedale in cui lei lavora (foto in basso), e le rinnova la proposta di matrimonio. Anna ha un (toccante) momento di crisi. L’ombra nera di Vittorio è ormai un (brutto) ricordo, e lei, non avendo ancora preso i voti perpetui, potrebbe sposare Andrea. Cosa deciderà?
Non vado oltre, dico soltanto che sarà una decisione consapevole e matura.
Pensando alla nonna
Anna è stato girato nel 1951, quando mia nonna aveva 30 anni. Non era una suora, nè tantomeno una ballerina di night, figuriamoci. Non aveva un fisico da pin-up – troppo magra per l’ideale di bellezza dell’epoca! Eppure ci sono tante piccole cose nel film che mi ricordano mia nonna: pettinature, gestualità, movenze… E quella canzone in chiesa che, come Anna, anche lei avrà cantato tante volte… Seguendo il filo di questi richiami, il mondo di allora non appare più qualcosa da poster vintage, ma assume i tratti della realtà; il bianco e nero della pellicola si tinge dei colori di vite vissute, di un passato che non è fine a sé stesso, ma che costituisce un anello di una catena che continua fino a noi.
Scheda tecnica
- Anno: 1951
- Regia: Alberto Lattuada
- Cast: Silvana Mangano, Raf Vallone, Vittorio Gassman
- Genere: Drammatico
- Paese: Italia
mia mamma , mia nonna adoravano la mangano e gassman…
io ho visto poco ma sicuramente erano artisti di spessore…oggi putroppo spuntano attori(come star e cantanti) dai talent e spesso e volentieri scompaiono in breve come meteore….punti di riferimento che rimangono sono sempre meno..ecco perchè si torna sempre a rimpiangere il passato (io personalmente almeno!)..
gassman se non altro ha lasciato in eredità un figlio (alessandro) che secondo me merita e un po si distingue da tanti altri bellocci e poco bravi però…
cmq è solo un mio pensiero…opinabilissimo….
buon lunedi cara lucia
🙂
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Conoscevo la Mangano da Riso Amaro, prima di aver visto Anna. Nel film di cui parlo oggi l’interpretazione, a mio parere, è migliore, davvero notevole. Tuttavia credo che in fondo il suo percorso – era così giovane quando raggiunse il successo – non sia stato molto differente da quello di alcune attrici odierne – in rapporto ai tempi, ai modi e soprattutto al costume.
Riguardo ad Alessandro Gassman, sono d’accordissimo con te! Per me è un grande anche nella pubblicità del tonno! 🙂
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vero?! anche a me stra piace nella pubblicità del tonno!!!!!
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Anche in quella della pasta, non trovi?
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parli di favino nella pubblicità della pasta barilla? beh anche lui mi piace molto in quella reclam:)
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Oh, mamma, che gaffe! Sai che guardandola così superficialmente mi sembrava Gassman? -.-‘
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tranquilla chicco pure li ha confusi..in effetti dai si assomigliano^ _^
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Sì, a prima vista decisamente! 🙂
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Anch’io amo il cinema italiano degli anni 50. Per me la perla più splendente di quel periodo d’oro è senza dubbio questo film: https://wwayne.wordpress.com/2014/10/22/poveri-ma-felici/. L’hai visto?
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Sono andata a leggere il tuo post: non conoscevo questo film, ma mi è venuta la curiosità di vederlo! Grazie della segnalazione, mi piacciono i film di quel periodo…
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Se ti va, poi fammi sapere come l’hai trovato. Se invece non dovessi più sentirti, per me avertelo fatto scoprire è già una grande soddisfazione. Grazie a te per la risposta! 🙂
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Non so dirti quando lo guarderò – purtroppo non ho molte occasioni per regalarmi la visione di un film – ma me ne ricorderò! 🙂
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