Un tempo ormai lontano, diciamo diversi anni fa, mi capitava a volte di rientrare dal lavoro così tardi che arrivavo giusto in tempo per vedere i film in seconda serata su Rai 1. Si parla dell’epoca precedente al digitale terrestre, e precedente anche a Netflix e compagnia bella. Con ancora l’adrenalina del lavoro addosso, e la strada in macchina che mi aveva mantenuta vigile, quando arrivavo a casa, benché stanca, non riuscivo ad addormentarmi subito; così, per caso, una sera accesi la TV e scoprii il mondo dei film in seconda serata.
Prima di allora pensavo fossero film spinti, diciamo così, relegati alla fascia oraria tardiva per la loro scabrosità. Il mio pregiudizio era sbagliato, perché molto spesso questi film in seconda serata non erano più volgari di quelli in prima, anzi: in genere erano di qualità, sicuramente più originali dei titoli commerciali da prima serata. Dopo questa scoperta casuale, presi l’abitudine di consultare la programmazione TV e, quando compariva un titolo interessante, programmavo il videoregistratore per guardare poi il film con calma alla prima occasione.
Uno dei film che scoprii in questo modo fu Little Miss Sunshine, di cui vi parlo oggi. La vicenda ruota intorno ad Olive, una bambina che vuole partecipare ad un concorso per baby reginette di bellezza, e alla sua famiglia un po’ strampalata. I temi che emergono da questo film sono appunto quello dei concorsi di bellezza per bambine e quello della famiglia.
La famiglia Hoover è composta dal padre, di professione motivatore e aspirante scrittore, dalla madre sempre indaffarata, e dai due figli – oltre ad Olive, un ragazzo in piena rivolta adolescenziale: ha fatto il voto del silenzio finché non entrerà all’accademia aeronautica. E’ una famiglia allargata, perché ci sono anche il nonno paterno, espulso dalla casa di riposo perché fa uso di stupefacenti, e uno zio materno che, dopo aver tentato il suicidio, deve essere controllato a vista.
La famiglia Hoover al completo si mette in viaggio su un caratteristico pulmino giallo modello Wolksvagen T2, per raggiungere la sede del concorso di bellezza a cui vuol partecipare Olive.
Come dicevo, uno dei temi affrontati è quello dei concorsi di bellezza per baby miss. Olive è una bambina normalissima, fuori contesto in mezzo alle altre partecipanti, pesantemente truccate e acconciate come showgirl adulte. Anche se vedere delle bambine grottescamente travestite da Barbie è uno spettacolo disturbante, è una realtà diffusa, soprattutto ma non solo, negli Stati Uniti, che convoglia l’ambizione dei genitori a discapito dell’infanzia delle figlie. Little Miss Sunshine apre un piccolo spiraglio su questo mondo.
L’altro tema affrontato, probabilmente quello principale, è la famiglia. Gli Hoover sono una famiglia sgangherata, pure sfortunata per certi aspetti, ma durante il viaggio, in cui affronteranno varie peripezie e vicende, daranno prova della forza che si può trarre dal legame familiare, con risvolti a tratti drammatici, a tratti comici, a tratti commoventi. Una famiglia, anche se non è perfetta, può essere un’ineguagliabile risorsa.
Picture from the movie Little Miss Sunshine from https://flickr.com/photos/jenlawsfilms/28932250816/in/photostream/
Non guardo molti film, ma questo lo ricordo molto bene e devo dire che è davvero divertente.
Sgangherati a dir poco.
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Sì, sgangheratissimi, eppure Olive è una bambina direi normale.
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L’unica
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Non ricordo se ho visto questo film a suo tempo, ma mi hai fatto venire la curiosità! 😉 Ti scrivo più che altro per dirti cosa mi porto dietro da un bel po’ di anni; riguarda proprio il pulmino VW; in uno dei tanti “Ritorno al futuro”, credo fosse il primo – ad un certo punto arriva questo pulmino, da cui si affacciano dei libici, che uccidono Doc Emmett Brown… ecco, da allora ne ho il terrore! Curioso, non ti pare? 😉 Buona giornata! 🙂
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Grazie dell’aneddoto, non lo conoscevo!
P.s. Little Miss Sunshine è piuttosto vecchiotto ormai come film, ma non molti lo conoscono.
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Questo film mi era piaciuto tanto. Lo ricordo ancora a distanza di anni, diversi ormai.
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Anch’io l’ho visto un po’ di tempo fa, ma mi è tornato in mente in questi ultimi giorni! 🙂
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L’ho visto qualche anno fa. Molto carino!
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Sì, è vero, dice tanto, con semplicità e qualche tocco di comicità.
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