Da tempo avevo letto in giro il titolo di questo film, ma solo recentemente l’ho visto. Good bye, Lenin! mi lasciava presagire una specie di documentario storico, invece è risultato un film originale, gradevole, che parla di un’epoca non tanto lontana ma che oggi non riusciamo neanche ad immaginare. La vicenda narrata avviene nel periodo a cavallo della caduta del muro di Berlino. Forse sono rimasta così colpita perché ho visitato Berlino, e ho visto i ruderi superstiti di quel muro?
Chiaramente mi ha fatto piacere rivedere, nel film, scorci di una città che mi ha colpito profondamente quando l’ho visitata, ma al di là del fattore souvenir è la vicenda stessa che mi ha sorpreso, perché racconta la realtà di chi quella fase storica l’ha vissuta giorno dopo giorno, e quel muro non lo vedeva come un reperto storico, ma come qualcosa di concreto che impattava sulla propria quotidianità, e poi… il film parla anche di quello che farebbe un figlio per la propria mamma.
Vi narro brevemente l’inizio della trama; come sapete non svelo mai il finale, lo lascio scoprire a voi qualora decideste di vedere il film. La storia è ambientata appunto a Berlino Est, dove la vita era molto diversa, per varie ragioni, ad esempio pare che ci fosse una capillare rete di spie destinate al controllo delle persone comuni, non solo dei soggetti influenti… Per ragioni all’inizio del film non ben chiare, una madre di famiglia, Christiane, cade in depressione, e quando guarisce fa degli ideali socialisti la sua ragione di vita, diventando un’attivista instancabile.
Il figlio Alex, crescendo, diventa invece sempre più insofferente verso il regime. Proprio mentre partecipa ad una manifestazione viene acciuffato dalla polizia, sotto lo sguardo della madre che, sconcertata, assiste alla scena da lontano; e in quel mentre ha un infarto, e cade in coma. E’ l’ottobre del 1989, di lì a breve cadrà il muro di Berlino.
Christiane si risveglierà dal coma dopo alcuni mesi, ignara che in un così breve lasso di tempo un cambiamento tanto radicale possa essere accaduto. Poiché apprendere uno stravolgimento così epocale avrebbe rappresentato uno shock per lei, attivista convinta la cui vita ruotava intorno ai cardini del regime, e poiché il medico aveva raccomandato ad Alex di evitarle qualunque shock per non rischiare un secondo, fatale infarto, il ragazzo decide di rimettere in scena Berlino Est, recuperando le vestigia di una realtà che con la caduta del muro si andava rapidamente cancellando. Cosa sarà capace di inventarsi, lo lascio scoprire a voi.
Come spettatori, rimaniamo sorpresi nello scoprire con quale rapidità si dissolse una società che per quasi 30 anni era stata per molti vita quotidiana e concreta, una rapidità tale da far sembrare, oggi, difficile credere che sia esistita veramente. Sembra quasi una leggenda lontana, o un capitolo di storia remota. E invece quando questo esisteva noi c’eravamo già, sebbene bambini, ma da qui avevamo solo un’idea vaga di cosa succedesse dietro al muro.
The photo I used for my collage is free from pxfuel.com.
Mi viene da dire che forse da piccoli non lo sapevamo neanche cosa si consumasse dietro quel muro… Ad ogni modo, bella recensione: non ho visto il film, ma mi hai incuriosito… sebbene il fatto del figlio che riorganizzi le cose come quando la madre stava male mi ricorda qualcosa, ma forse si tratta di un altro film, di cui non ricordo il titolo… buongiorno, buon giovedì! ❤
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Mi fa piacere la recensione ti sia piaciuta. Le recensioni che avevo letto io in realtà mi avevano instillato un pregiudizio sul film, come se fosse una specie di documentario storico, invece la vicenda narrata della madre e del figlio è molto carina e coinvolgente, insomma, è un film che si fa guardare, oltre a far riflettere sul momento storico.
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