Oggi vi parlo di un film che non è certo di grande spessore, ma nella sua leggerezza è spassoso e adatto al periodo estivo. Nondimeno offre qualche spunto di riflessione su un periodo della storia italiana da cui possiamo prendere ispirazione. Il film è “Totò, Peppino e le fanatiche”, e vede come due attori protagonisti appunto Totò e Peppino. Perché si chiami Le fanatiche non mi è chiaro, poiché i due protagonisti sono perseguitati, o almeno si ritengono tali, dalle proprie famiglie, ma, mentre quella di Antonio (Totò) è effettivamente composta da moglie e figlia…
…quella di Peppino è composta da moglie e figlio, dunque il titolo esatto avrebbe dovuto essere…. I fanatici! Un certo maschilismo nella società dell’epoca c’era, e forse da questo deriva la scelta di coniugare al femminile il titolo. I problemi di fondo per i protagonisti sono due: il primo è che si sentono vessati dalle loro famiglie, diciamo costretti a fare cose contro la loro volontà; il secondo è la modernità, i cambiamenti che essa sta apportando velocemente in tanti aspetti del vivere quotidiano. I familiari corrono incontro alle novità, i due capofamiglia invece non ne capiscono il senso, ne vedono più che altro gli aspetti negativi.
Siamo infatti alla fine degli anni ’50, periodo in cui si avvia il cosiddetto boom economico in Italia. Cose che negli Stati Uniti erano già assodate, nel nostro Paese fanno la loro prima apparizione, ed iniziano rapidamente a diffondersi in ogni strato della popolazione. Non tutti sono pronti a recepirle, perché per molti aspetti non si assiste ad un avanzamento progressivo, ma ad un unico grande balzo in avanti che catapulta gli italiani in un mondo nuovo, un mondo in cui alcuni possono comprensibilmente sentirsi spaesati, diffidenti.
Ma quali sono le novità a cui i familiari di Totò e Peppino corrono incontro a braccia aperte, mentre i due uomini sentono di subire loro malgrado delle manie, delle ossessioni passeggere per cose che ora vanno tanto di moda ma in fondo perché?
L’uso sempre più massiccio delle automobili, che diventano sempre più veloci. L’abitudine del fine settimana fuori e del campeggio in tenda. L’introduzione di elettrodomestici tanto reclamizzati quanto complicati da utilizzare. La moda degli hobbies.
Il film si compone di una serie di scenette dedicate a ciascuna di queste “nuove mode” e alle ripercussioni sui due protagonisti; a fare da collante tra i vari spezzoni, c’è sullo sfondo la storia d’amore tra il figlio di Peppino, interpretato da un giovane Johnny Dorelli, e la figlia di Totò, interpretata da Alessandra Panaro. La storia tra i due segue un copione poco originale, iniziando con dei battibecchi ed evolvendo impercettibilmente verso il reciproco affetto, ma rimane comunque simpatica. Memorabile la canzone Calypso melody di Johnny Dorelli:
Altra nota musicale che contribuisce a rendere piacevole il film è la partecipazione di Carosone che canta Tu vuò fa’ l’americano, brano famosissimo, forse proprio a sottolineare la corsa verso la modernità da parte di chi non era ancora realmente pronto?
The portrait of Johnny Dorelli I used for my collages is free from https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Johnny_Dorelli_58.jpg
Sono belli i film neoralistici italiani girati tra la metà degli anni 50 e 60
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In generale mi piace vedere questi “spaccati” della vita dell’epoca.
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