La chambre de bonne, sogno bohémien

Le finestre chambre de bonne by vitaincasa

Il sogno degli spiriti bohémien di oggi è una chambre de bonne a Parigi. Si chiama così quella che in passato era la “camera della donna di servizio”.  Bonne infatti sta per bonne a tout faire, cioè tuttofare. Mentre gli appartamenti altoborghesi occupavano i piani inferiori, al piano più alto, cioè nel sottotetto, alloggiavano le domestiche in servizio stabile presso le famiglie del palazzo. Le loro stanze, raggiungibili da una scala secondaria, erano piccole e modeste. Ormai le bonnes, donne di servizio residenti, sono in via d’estinzione, e quelle superstiti si sono trasferite altrove; i loro alloggi d’un tempo, rimasti liberi, sono attualmente gli appartamenti più economici sul mercato immobiliare parigino.

Già: non più considerate soltanto camere, vengono fornite dei servizi minimi indispensabili per essere affittate come unità abitative indipendenti. Ma le dimensioni sono davvero ridotte per pretendere di ricavarci dei monolocali! Una chambre de bonne può essere affittata legalmente se misura almeno 9 metri quadrati, o se ha un volume abitabile di almeno 20 metri cubi. Per farsi un’idea, una roulotte media misura 10 metri quadrati! Il bagno spesso è sul pianerottolo, da condividere con altri. All’interno vengono (a volte ingegnosamente, a volte meno) organizzati gli spazi con piccoli soppalchi, tavoli ripiegabili, kitchenette.

Soluzioni chambre de bonne by vitaincasa - copy

Il prezzo di questi alloggi, che ai più spiritosi ricorderanno il monolocale di Pozzetto ne Il ragazzo di campagna (mentre ai più moderni verrà in mente Emily in Paris) è basso rispetto alla media degli affitti parigini, ma non proporzionato alle dimensioni: si parla di svariate centinaia d’euro al mese. Il motivo? Le chambre de bonne, situate in palazzi ottocenteschi dagli antichi splendori, si trovano in quartieri suggestivi, di irresistibile attrattiva per chiunque abbia il sogno di Parigi!

La chambre de bonne è una soluzione che rende possibile per tutti, anche per chi ha pochi mezzi, vivere in quartieri rinomati, nel cuore della città: insomma, dalla finestra si vede nientemeno che Parigi dall’alto! E se la finestra affaccia, anziché sulla pubblica via, su un cortile interno? Si vedono le cornici disegnate dagli abbaini delle chambre de bonne confinanti, e ci si sente comunque in un posto a suo modo privilegiato.

Fascino bohemien chambre de bonne by vitaincasa - copy

Alla lunga le privazioni derivanti dal vivere in uno spazio così angusto iniziano a pesare. Per questo la chambre de bonne rappresenta solitamente una sistemazione provvisoria, ad esempio per studenti, ma facendo un giro sul web non mancano storie di persone che hanno chiamato casa per molti anni un così minuscolo alloggio…

Le chambre de bonne non hanno uno stile specifico: essendo alloggi rimediati, anche gli arredi sono così (salvo i casi di interventi da parte di architetti, ma questa è un’altra storia!). Se si vuol tentare di riprodurne l’effetto, ad esempio per dare carattere ad un appartamento mansardato, si potrà puntare su un apparentemente casuale accostamento di mobili moderni (alcuni realizzati su misura “salvaspazio” ed altri economici, rimediati) e pezzi d’epoca; si sceglieranno carte da parati d’ispirazione ottocentesca e stampe della Parigi di metà 800. Come soprammobili, suggerisco di alternare oggetti d’uso comune a pezzi puramente decorativi, ad esempio scatole da cucito e candelieri dorati.


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23 pensieri riguardo “La chambre de bonne, sogno bohémien

  1. Adoro questi tuoi post modaioli sull interior design!!!..non conoscevo questa definizione che mi piace assai🙂🙂🙂..e chi non la vorrebbe una chambre de bonne sui tetti di Parigi per passarci il weekend in tutte le stagioni 😉..io siiii…
    Buon giovedì a te

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  2. Che meraviglia! Da vedere, non da vivere… 😉
    Una mia ex collega ha vissuto, per un breve periodo, in un monolocale in centro a Bologna di 12 mq + 15 mq di terrazzo. Ti assicuro era carinissimo, ma è durata poco. In così poco spazio, non puoi viverci a lungo, se non sei costretta…

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    1. Sono d’accordo, vivere in spazi così piccoli, per quanto affascinanti, alla lunga può risultare soffocante; dipende dal carattere ma anche dalle esigenze personali, perché avere pochissimo spazio a disposizione comporta inevitabilmente delle privazioni. Inoltre considera che alla già ridottissima metratura delle chambre de bonne si aggiunge, anzi, si sottrae, la pendenza del tetto, che riduce lo spazio pienamente vivibile!

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      1. Lei era al penultimo piano, quindi niente tetto. Però non c’era l’ascensore, quindi ogni giorno era una scalata. Mi ricordo il bagno: c’erano dei sanitari piccolissimi! Sembrano quelli dei sette nani. 😉

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        1. Un altro punto critico delle chambre de bonne, che ho solo accennato nel post, è proprio il fatto della mancanza di ascensore. Essendo situate al piano nato per la servitù, spesso sono raggiungibili da una scala secondaria, da fare rigorosamente a piedi. Pensa un po’ che lavorone trasportare le buste della spesa… Le casse d’acqua… E magari pure le ceste della biancheria!
          Il bagno dei sette nani: posso solo immaginarlo! 😀

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          1. Pensa che la mia ex collega aveva un cane, quindi usciva la mattina, portava fuori il cane, tornava su a casa a riportare il cane. Poi usciva per andare al lavoro, tornava dal lavoro e risaliva, solo per scendere di nuovo con il cane e ritornare su! Penso non sia mai stata tanto allenata come in quel periodo. 🤣🤣

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            1. Adesso (come me, tra l’altro) vive fuori città. Finalmente ha la casa con il giardino che ha sempre sognato (e un marito e un figlio come ha sempre sognato). Il cane nel frattempo sarà morto, ma almeno ha passato i suoi ultimi anni in campagna. 😉

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  3. Anni fa guardavo in TV il programma “Minicase”, alloggi in vendita con metratura davvero minimale.
    Era un programma che mi affascinava, perché in pochi mq potevi trovare moltissimi elementi necessari per una vita diciamo “dignitosa”.
    Ovviamente devi rinunciare a libri, dischi, suppellettili, etc…
    Nelle minicase, tuttavia, il bagno c’era sempre.

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    1. Anch’io a volte ho guardato quel programma. Mi piaceva molto, specie vedere le soluzioni ingegnose che trovavano i designer. Ricordo però anche la parte in cui i futuri occupanti delle mini-case venivano invitati a fare la cernita dei loro averi, perché dovevano inevitabilmente lasciare indietro molte, molte cose. Ne avevo parlato (brevemente) qui: https://vitaincasa.com/2018/05/31/voglio-torna-bambino/. Il bagno in queste mini-case giustamente c’era sempre, mentre nelle chambre de bonne non sempre è presente, e quando c’è, spesso è così “arrangiato” che (a giudicare dalle foto che ho visto) fa passare la voglia di usarlo!

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      1. La rinuncia agli oggetti per mancanza di spazio e me pesa sempre molto.
        Circa un mese fa ho riempito uno scatoloni di libri e li ho “trasferiti” a casa di mio padre, perché a casa mia le mensole erano esaurite.

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  4. MA SEI FANTASTICA! Non conoscevo questa dicitura, mi ricorda un po’ il libro “quel che resta del giorno” e anche il film, quando il maggiordomo saliva nella stanza al sottotetto piccola e linda ma lievemente angusta. grazie Lucia post bellissimo

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  5. Una bellissima soluzione per giusto un periodo temporale di un paio di giorni. Personalmente per quanto carini credo che di più non resisterei in uno spazio così limitato. Graditissimo post, brava Lucia!!! Buona serata 🌹

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  6. avevo un’amica italiana che abitava in uno di questi appartamenti in un quartiere residenziale.
    Si entrava direttamente in “cucina” composta da un lavello e una cucina con due piastre elettriche.
    Un tavolo per 3 persone e un divano letto. Poi la camera da letto, dove c’era un camino non più utilizzabile, e un bagno strettissimo e lungo dove c’era la doccia, un piccolissimo lavandino e un gabinetto elettrico.
    Il bello era la vista che avevi dall’altro: sui tetti di Parigi

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