Alfabeto di moda: C di Chanel

Alfabeto di moda_ C di Chanel by vitaincasa

Per il mio alfabeto di moda siamo alla lettera C. Il capitolo di oggi è dedicato alla C di Chanel. Chanel non è solo il nome di una maison di moda, ma anche e soprattutto della donna che l’ha fondata, Gabrielle, detta Coco, Chanel! Non mi soffermerò in questa occasione sulla sua storia. Conto di dedicare presto un post ad un film che parla proprio della sua vita e dei suoi amori! Nelle righe seguenti mi limiterò a tratteggiare la sua idea di stile e le creazioni più famose diventate icone.

L’idea di stile di Chanel

“Essere eleganti significa essere vestiti in modo che ci si possa muovere bene”.

“Un vestito che non è comodo è un vestito mal riuscito”.

Queste frasi* attribuite a Chanel ci introducono all’anima delle sue creazioni. Col suo gusto personale e un istinto innato, fu una precorritrice dei tempi e anticipò le necessità delle donne di una nuova epoca. Contrapponendosi allo stile ridondante e scomodo in voga negli anni ’10 del ‘900, periodo in cui iniziò la sua attività, Chanel propose con successo creazioni lineari e pratiche, ma essenzialmente ricercate, con tutte le carte in regola per diventare dei classici senza tempo.

Le creazioni diventate icone

Tra i successi che hanno costellato la sua lunga carriera, ricordiamo: lo Chanel N.5, profumo elaborato, frutto di essenze naturali e artificiali, creato nel 1921; il tubino nero, abito sobrio, rigoroso e raffinatissimo, apparso nel 1926; la 2.55, la borsetta matelassé con tracolla formata da una catenella intrecciata a una strisciolina di cuoio, nata nel 1955. L’eredità di Chanel è portata avanti dalla maison di moda che porta il suo nome.

“Le chanel” e “lo chanellino”

Alcune creazioni della stilista hanno riscosso un tale successo da essere imitatissime, tanto che nel tempo chanel è diventato anche il nome comune con cui chiamiamo le scarpe con punta chiusa e aperte dietro, fermate solo da un cinturino sopra il tallone; inoltre chiamiamo chanellino il tailleur da donna con giacchina corta e scollo tondo.

Chanel e la marinière

Nella foto, risalente al 1928, Chanel indossa marinière e pantaloni – outfit audace per l’epoca, ma impeccabile per il gusto attuale! La marinière, maglia bianca con righe blu, apparteneva all’abbigliamento dei marinai francesi; dunque, contrariamente a quanto si sente dire, non fu Chanel a crearla, sebbene fu una delle prime donne ad indossarla; invece il capo che proponeva alle clienti col nome marinière era qualcosa di diverso, una blusa con collo alla marinara**.


Un riepilogo dei capitoli precedenti dell’alfabeto di moda:

A

B


Credits & bibliography:

* Citazioni di Chanel trovate su “Tutto sulla ragazza da 12 a 16 anni”, di Barbara Ludecke, Cinisello Balsamo, Edizioni Paoline, 1992

** Informazioni su Chanel e la marinière da https://www.caminteresse.fr/economie-societe/la-mariniere-dou-ca-vient-1158684/

Photo free from https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Gabrielle_Chanel_en_marinière.jpg

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19 pensieri riguardo “Alfabeto di moda: C di Chanel

    1. Lo credo bene… Con quel che costa! 😀
      Ricordo che andando all’università passavo sempre davanti ad una grande profumeria, c’era sempre molta gente e qualche volta ne approfittavo per passare inosservata mentre mi davo una spruzzatina scegliendo tra i campioncini aperti… Tra questi, uno dei miei preferiti era lo Chanel N.5 (mi faceva sentire una signora!). Che ricordi! 😀

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      1. Esatto. Era ancora nella sua scatolina, nuovo. NUOVO. Lo spruzzo… Lo metto dal sopra, la linguetta sotto ha ceduto…. Così e caduto per terra e si e frantumato in mille pezzi 😣

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  1. I vestiti devono essere comodi. Ma nelle sfilate quante volte vediamo capi impossibili da indossare, sia per lui che per lei!
    A me piace la moda sobria, senza eccessi. Non sono un intenditore, ma vedendo le sfilate di Armani trovo eleganza ed indossabilità come forse nessuno al mondo.

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      1. Sono più che d’accordo, le sfilate servono per far capire la linea adottata, per mettere in mostra la creatività, per dare il “la” ai colori stagionali.
        Però si capisce “abbastanza” quando uno stilista ma al sodo, e quando invece è solo spettacolo.

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